Giornalisti a rischio estinzione o rimodulazione?

A volte ci tengo proprio a cercare delle risposte a domande che non dovrei nemmeno farmi, specie quando la parola chiave è “giornalisti”.

Così è successo che, tra le mani, almeno tra le dita di quella che era impegnata a dire al mouse su cosa cliccare e su cosa no, mi è capitato un articolo (vecchiotto) che diceva una cosa: “giornalista? mestiere in via di estinzione, come quello del taglialegna”.

Mi sono vista io la giornalista, in un bosco senza più alberi con un taglialegna in camicia a scacchi e cappello di lana (figo), a fare spallucce senza sapere bene cosa fare, con noi c’erano un postino con una sacca che avrebbe dovuto contenere delle lettere e invece completamente vuota, un lettore di contatori a dir poco sperduto, un tipografo che profumava di carta e inchiostro, ma senza niente da stampare, e un agente di viaggio con la cravatta allentata e le occhiaie. Il taglialegna era il mio preferito, okkei!

L’incontro immaginario non era casuale, perché secondo alcune ricerche quelli che ho appena elencato sono sei mestieri che non esisteranno più entro il 2022. E’ l’evoluzione baby e non è difficile immaginare che sarà un bagno di sangue.

Il punto è che il 2022 è domani. Sei anni sono un soffio e io vorrei ricordare a chi ha già dato per spacciati i lettori di contatori, che per gente come me o installate velocemente una cosa telecontrollata oppure sarà praticamente impossibile ricordarsi di fare mensilmente la comunicazione dei miei consumi. Già me ne sono dimenticata ora che ho finito di scriverne.

Ora non mi rimane che scervellarmi su un fatto: che cosa potrebbero fare insieme un postino, un taglialegna, un lettore di contatori, un agente di viaggio, un tipografo e una giornalista?

Proposte per una rimodulazione a sei anni dall’apocalisse?

Mari