Essere online e non offline

Qualche giorno fa ho conosciuto un tipo che da anni seguo sui social, il passaggio dalla conoscenza online a quella offline è stato assolutamente un caso. Eravamo nello stesso posto, con un gruppo di amici in comune, parlo io parli tu alla fine ho capito di chi si trattava. Solo che la persona che avevo davanti non era neanche lontanamente simile a quella che ogni giorno leggo e guardo sui social. Insomma è stata una semi delusione.

La persona che leggo è una persona spigliata, sempre attenta, interessata di quanto succede nella propria città, per niente timida, ma sempre con la risposta pronta. La persona che ho conosciuto è invece una persona che sembra non proprio avvezza ad avere contatti con gli essere umani.

Ci ho pensato. Anch’io passo troppo tempo rintanata nel mio ufficio, o a casa davanti ad un pc e mi rendo conto che questo non è un bene.

Bello essere online e potere entrare in contatto con un numero incredibile di persone, ma se poi quelle persone, conosciute anche per lavoro, non le incontriamo nella realtà e quei contatti digitali non diventano contatti reali, è una cosa soddisfacente? Certo, uno può separare completamente le proprie vite, ma l’idea di essere un “profilo”, una foto su un social network non mi va, sarà che sono antica.

Una volta gli interessi non si discutevano in un gruppo su Facebook, ma ad un incontro letterario, ad un corso di cucina, o quello che volete.

E’ chiaro che la gente fa un sacco di cose, ma per chi come me passa davvero tanto tempo a parlare attraverso questi “filtri”, il rischio di rendere difficile l’altra vita è davvero dietro l’angolo.

Mari