Ah, la creatività. Quel concetto mistico, quasi magico, che tutti associano a idee rivoluzionarie e a lampadine che si accendono sopra le teste proprio come nei cartoni animati. Eppure, c’è un piccolo dettaglio che nessuno racconta: anche chi lavora in un’agenzia di comunicazione, come noi di Karma Communication, ha dei giorni in cui il proprio cervello sembra un deserto, tabula rasa. Insomma, da elettroencefalogramma piatto.
Eppure bisogna stare sempre in guardia perché c’è sempre qualcuno che arriva con una frase del genere “qualche idea GENIALE sul punto in questione? Asap cortesemente”. È qui, dopo avere declinato asap in as soon as possible, ovvero in un “annachiti”, il cervello non emette un battito…e nemmeno le tue ciglia.
Le strategie per reagire a questo stato, da cui è decisamente difficile uscire, possono essere molteplici:
– concentrarsi su un’idea semplice… a volte può funzionare
– sguazzare nella propria disperazione, mettere su qualcosa e poi al momento di presentare l’idea utilizzare parole come “effetto wow”, “catching”, “engagement”, per spiazzare la persona che hai davanti facendo credere di avere in mano la situazione
– tirare un respiro, dare aria al cervello, che prima o poi qualche neurone si riprende
– fondamentale sorridere e annuire sempre
Le idee, più o meno geniali, alla fine arrivano, bisogna solo evitare la disperazione.