Karma Communication - Il cliente professore

Se hai il cliente “professore” puoi salire in cattedra al suo posto?

Questo è un problema serio. A volte capita di avere a che fare con gente che, fa tutt’altro mestiere, ma pensa di saperne di più e che quindi tu debba fare quello che dice, senza discutere.

E’ un po’ come se io andassi dal medico per un dolore al fianco e dicessi “dotto’ mi dia quello scanner la che l’ecografia me la faccio io, me la leggo io, mi faccio io la diagnosi, poi magari lei mi dice la sua e se le cose coincidono siamo tutti contenti”. Io comunque chi dal dottore fa così lo conosco, ma per fortuna il buonsenso alla fine funziona sempre.

Qualche settimana fa è venuto da noi questo cliente scienziato che “io so quello che voglio, come lo voglio, come me lo dovete fare e quanto devo pagare”. Noi siamo gente coraggiosa e non ci siamo lasciate intimorire da questo atteggiamento e, cogliendo la sfida, ci siamo dette “sì, sarai nostro e faremo insieme tante cose”. Passata la prima settimana è arrivata la prima richiesta di modifiche, passata la seconda settimana è arrivata la seconda richiesta di modifiche, e poi ancora un’altra. Ok, ci siamo dette, vediamo dove arriviamo con questa storia del “non è ancora come piace a me”. Questo è andato avanti fino a quando la richiesta è diventata insensata, un po’ come se nel caso del medico di cui sopra “sa dottore mi fa male sempre lo stesso fianco, ma secondo me lei l’ecografia me la dovrebbe fare al piede sinistro”. A quel punto le strade da seguire erano sostanzialmente due: inseguire l’insensatezza e rinunciare alla propria professionalità oppure puntare i piedi a rischio mandata a quel paese (perché questo è il rischio che si corre a dire la propria).

La decisione non è stata semplice perché per la serie “conosco i miei polli” sapevamo a quello in cui andavamo incontro.

Beh numero uno, i piedi li abbiamo puntati utilizzando una serie di motivazioni del perché quella cosa specifica non si poteva fare, motivazioni che stanno alla base del fatto che una persona si rivolga ad un’agenzia di comunicazione, ci abbiamo provato, ma di fronte non abbiamo trovato qualcuno che avesse voglia nemmeno di stare a sentire un’idea diversa dalla sua.
Beh numero due, il cliente non è più nostro cliente, perché “se io pago, voi mi fate quello che dico io”.
Beh numero tre, lo sapevamo che sarebbe successo, ma a volte non si può essere meri esecutori soprattutto perché anche la creatività ha una sua “deontologia”06. Quindi siamo arrivate alla conclusione che “relazioni” del genere è meglio perderle che coltivarle, anche se alla fine del mese in cassa manca qualcosa che avrebbe potuto fare comodo.

Mari