Clubhouse, avere un invito, ma non il telefono giusto

Ma non si potrebbe fare che chi un iPhone nella sua vita lo ha posseduto può iscriversi comunque a Clubhouse, diciamo in via onoraria?
La risposta la so ed è no, perché sul Play Store l’app nemmeno esiste e non si sa quando esisterà.
Nota di colore: in realtà esiste un’App che ha lo stesso nome, la gente la scarica pensando che sia quella del social, e visto che non riesce ad utilizzarla come raccontato dagli amici, insulta gratuitamente il produttore; insomma, viva la vita di chi non vede l’ora di insultare qualcuno. 

Bene, facciamo un passo indietro. Circa un mesetto fa scopro questo nuovo social network e provo ad iscrivermi, niente, ci vuole un invito. Ottengo l’invito, niente ci vuole un iPhone. Provo a cercare di capire se e quando uscirà l’app per gli Android e scopro che, al momento, non è nemmeno nella mente di quei signori che lo hanno progettato, o se è nella mente, comunque dicono che non c’è ancora. 

Questa storia di Clubhouse mi sembra un po’ come quella di Gmail all’inizio. Ve lo ricordate? Quando la mail di Google fece la sua apparizione nel mondo delle email si entrava solo se qualcuno ti mandava un invito e io, all’epoca, di inviti, ne avevo trovati ben due nel giro di pochissimo, ed ero saltata dentro. Ovviamente con Clubhouse, la strategia di marketing, ha voluto che gli inviti partissero dai super vip. Anche in Italia, i primi ad averla, sono stati gli influencer top, più una serie di soliti noti del mondo della comunicazione. Quindi sì, Clubhouse è proprio un club esclusivo, anche se di settimana in settimana il livello di esclusività ormai è in discesa. Vi state chiedendo in che consiste? Permette di scambiare messaggi vocali, in pratica ci sono delle “stanze” tematiche in cui si chatta a suoni di vocali, questo però non vuol dire che tutti possano lanciare il proprio messaggio. Ma questo è un altro problema. Per il momento vado a costruire un iPhone con i pezzi dei vecchi telefoni che riuscirò a reperire in casa. 

Mari