Le giuste tempistiche, nella vita ma soprattutto nel lavoro, sono fondamentali

Non è sempre il momento giusto per chiedere qualcosa. Ci sono, secondo me, delle giornate e degli spazi orari che non vanno assolutamente toccati, o meglio, che non andrebbero assolutamente toccati. Parliamo del venerdì tardo pomeriggio e del lunedì mattina, diciamo fino alle 12:00. Sono due momenti egualmente delicati. Il primo rappresenta, per molti ma non per tutti, la chiusura lavorativa della settimana, quel momento tanto atteso in cui si chiude tutto e si salutano i colleghi, quello in cui, per molti ma non per tutti, si dice arrivederci al pc e alla mail e a tutte le incombenze, per lanciarsi con rilassatezza nel weekend. Il secondo rappresenta l’avvio della settimana, per quanto per tutto il weekend magari a qualcuno l’ansia del lunedì mattina non manchi mai. Chi ricomincia lo fa con determinazione, tanto che il lunedì, a prendersi il primo caffè in ufficio, non ci si lancia subito, ma magari per chiacchierare realmente con i colleghi si attende la pausa pranzo, dopo avere fatto quello che va fatto. 

E i due momenti li abbiamo descritti. Poi però succede che quando sono le 17:55 di quel venerdì pomeriggio, quando stai pregustando di andare a casa e metterti in pigiama e non pensare più alle scartoffie, ecco che arriva quella telefonata che cambierà tutto. Quella telefonata con cui qualcuno ti chiede quella cosa per la quale non si può attendere, ed ecco che il weekend è rovinato, perché c’è chi vorrebbe fare finta di niente, ma alle volte non si può. Stessa cosa per il lunedì mattina, quando non sono ancora le dieci e arriva una richiesta che, certamente, non si è potuto elaborare sabato e domenica e per la quale non si possono avere delle risposte. 

Insomma, io voto per un venerdì pomeriggio e un lunedì mattina proficui, ma senza telefono. E voi?